TITOLO N.55
Testo di Marinella Caputo
2007-2008
Marinella Caputo: Tessiture Cromatiche
Le tele di Rolando Tessadri citano, nei titoli e nella natura strutturale, la tessitura, la trama e l'ordito, la costruzione ortogonale, l'ascissa e l'ordinata, insomma, la genesi della geometria.
L'applicazione sulla tela di una trama da cucito, coperta dal colore, crea un effetto a griglia che muove la superficie, rendendola reattiva alla luce.
Il cromatismo vibrante ed espanso non è uniforme, ma prevede una modulazione regolare e
calcolata che risulta in un tonalismo analitico articolato in fasce parallele. Queste possono disporsi in orizzontale o, prevalentemente, in verticale e i passaggi risultano
sfumati, così da non generare giustapposizioni, ma una continuità serrata che afferma l'unità dell'insieme.
Sono proprio tali confini incerti tra le bande di colore a stimolare l'azione percettiva che diviene più fluida ed evocativa. È questo l'elemento che ribalta la costruzione razionale del supporto e spinge verso una dimensione diversa, incrementando l'immaginazione visiva.
Quando le bande si incontrano, avviene una reazione percettiva al colore e alla luce e si innescano processi di alterazione visiva di tipo optical. Ma rispetto ai virtuosismi illusionistici della pop art, i lavori di Tessadri hanno un carattere di intimità sottile che si esplica senza accenti forti ed espliciti, ma nel silenzio della concentrazione ispirata.
La pittura che l'artista propone si nutre di una tradizione decisamente codificata, quella dell'astrattismo geometrico, del Movimento per l'Arte Concreta, dei Color Fields, del minimalismo, dell'op art. si tratta di una lezione multiforme, radicata e consapevolmente assimilata, da cui viene estratta, come essenza, quella tensione che fa vibrare le tessiture, con l'energia che ricerca un equilibrio.
I poli in questa ricerca coincidono con il rigore razionale della costruzione, da un lato, e l'espansione emozionale del colore, dall'altro. La tensione viva che creano queste due dimensioni si risolve nella natura insieme fisica e mentale del quadro, nella sua connotazione sia concreta che illusoria.
Lo strato di colore e la base a griglia sono elementi costruttivi imprescindibili che rendono formalmente uniformi i lavori, ma la varietà della selezione cromatica e degli accostamenti, genera un campo di possibilità infinite, liberando i meccanismi percettivi.
L'elemento illusorio, comunemente considerato il cardine di ogni arte naturalistica, viene liberato dall'applicazione figurativa e restituito al suo stato primario di pura attività visiva, di gesto sensoriale, di fronte a superfici aperte e non connotate da altro, senza interferenze esterne, nella propria necessaria totalità.
Un altro stimolo, di natura illusoria è l'effetto tattile che le tele producono. La tessitura non riguarda soltanto l'andamento strutturale delle opere, ma si afferma nella sensazione tessile e quindi materica dell'oggetto. Si tratta comunque di una materia, virtuale, piuttosto che fisica. L'occhio, da cui tutto si sviluppa, crea una dimensione sinestetica, estendendo le proprie potenzialità.
A volte le tele verticali vengono accostate, nelle tessiture multiple, creando fregi, o polittici, come sono stati definiti (G. Bonomi). In questi casi le bande di ogni pezzo interagiscono con tutte le altre al proprio esterno e contemporaneamente si sviluppano in orizzontale, bilanciando il ritmo verticale della pittura.
Il colore cattura le diverse intensità della luce e ne esplora i passaggi graduali, evitando i contrasti. L'individualità delle stesure viene assorbita dalla compattezza dell'insieme e l'effetto di ogni lavoro è quello di una inequivocabile coesione cromatica.
Le zone di colore sono mutevoli, ma tendono, comunque, al monocromo, a quell'unità che, se assoluta, eliminerebbe ogni profondità. Il monocromo viene supposto, ma non reso esplicito. Il percorso conta più del punto di arrivo.
Rivista Titolo, anno XVIII – n. 55 – Inverno 2007/2008, pagine 30/31